In occasione della rassegna Il Mese del Documentario curata da Doc/it – l’Associazione Documentaristi Italiani – è stato proiettato alla Casa del Cinema di Roma il documentario di Steve James The Interrupters che narra la storia di alcuni ex detenuti
The Interrupters, di S. James, Doc., Usa 2011, 125′
Soggetto e Sceneggiatura: Steve James
Direttore della fotografia: Steve James
Montaggio: Steve James, Aaron Wickenden
Colonna Sonora Originale: Joshua Abrams
Prodotto da: Steve James and Alex Kotlowitz; Co-Produced by Zak Piper
Interpreti: Eddie Bocanegra, Tio Hardiman, Ameena Matthews, Gary Slutkin, Ricardo “Cobe” Williams
Diretto da Steve James, The Interrupters è un documentario che, attraverso una potenza espressiva e simbolica eccelsa, ci mostra le storie di alcuni ex detenuti. Giorno dopo giorno essi tentano di instaurare un dialogo con i membri delle gang di Chicago: comunità che negli ultimi anni ha avuto un incremento della violenza e della criminalità senza precedenti.
In questo scorcio di serialità a stelle e strisce, James ci presenta Ricardo “Cobe” Williams, condannato per spaccio e tentato omicidio, ed Eddie Bocanegra, che ha trascorso 14 anni in carcere per omicidio. Sono loro gli “Interrupters”, uomini pentiti, che si sono detratti dalla realtà delle gang e che solo adesso, a distanza di anni, hanno la lucidità per vedere l’orrore che gli si celava attorno: un sistema che alla violenza risponde quotidianamente con altra violenza fortificando i sintomi di un malessere generale che può essere sovvertito unicamente tramite un atteggiamento pacifico.
Questo documentario fa trasparire allo spettatore la distruzione che nasce da questo odio spregiudicato. La maggior parte degli adepti delle gang sono molto giovani e vengono attirati nelle bande locali con la promessa di soldi facili e rispetto.
Carnefici e vittime sono dunque ragazzi sul ciglio dell’età adulta. Per mostrare e rafforzare quest’idea James si è soffermato sulla storia di un bambino ucciso da pallottole vaganti nel bel mezzo di una partita di basket in un campo pubblico. Come ci spiegano gli “Interrupters”, gli assassini di un delitto di tale genere sono probabilmente poco più che bambini mossi dall’inesperienza e dalla paura.
Il regista e la sua equipe, affiancati dai membri della CeaseFire, associazione che controlla l’attività delle bande nei quartieri affinché possano essere prevenute le mosse e le rappresaglie delle gang, si sono spinti personalmente tra le strade, mettendo a rischio la propria incolumità e testimoniando impeccabilmente il clima che regna nelle periferie di Chicago. Durante questo periodo passato da James nelle arterie della città, è avvenuto l’ennesimo fatto di cronaca nera: il brutale pestaggio di Derrion Albert, studente della Scuola di Chicago, la cui morte è stata filmata da una telecamera di sorveglianza.
The Interrupters andando oltre le sequenze e le interviste ci espone come il far parte di una banda fornisca un’identità, un’appartenenza a persone emarginate e sperdute. La protezione del territorio va oltre il traffico di armi o di droga, scava sino ad arrivare a dinamiche come l’appartenenza e la creazione di un luogo comune, identitario.