Martedì 4 marzo è stato presentato in anteprima alla Casa del cinema di Roma The special need, primo lungometraggio del regista friulano Carlo Zoratti. Il documentario, una produzione italo-tedesca a budget ridotto, si occupa di far luce sul problema della sessualità e dei bisogni sentimentali nei ragazzi autistici. Il film uscirà nelle sale il 2 Aprile, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo.
The special need, di Carlo Zoratti, Italia, Germania ed Austria 2013, 83’
dal 2 Aprile nelle sale cinematografiche
Soggetto: Cosimo Bizzarri e Carlo Zoratti
Produzione: Henning Kamm e Erica Barbiani
Distribuito da: Tucker Film
Direttore della fotografia: Julián Elizalde (AEC)
Editor: David Hartmann
Colonna sonora: Dario Moroldo
Sound recording: Andrea Blasetig
Interpreti principali: Enea Gabino, Alex Nazzi e Carlo Zoratti
The special need è un documentario che abbatte come pochi il distacco tra immagini filmiche e vissuto rappresentato, risultando un’opera straordinariamente coinvolgente nella sua apparente semplicità. Crescita, ricerca in territori sconosciuti, affetto disinteressato, dinamismo, incontro con l’inaspettato e collaborazione affiatata sono le parole chiave per la realizzazione di questo film, che si articola in un’osmosi continua tra i vari personaggi della storia, l’intero cast e le situazioni affrontate di volta in volta.
L’idea del progetto è nata da un fortuito incontro tra due vecchi amici alla fermata dell’autobus: il regista Carlo Zoratti ha accolto come missione personale quella di aiutare il protagonista, Enea, autistico di quasi trent’anni, nella sua ossessione di voler trovare una ragazza, decidendo però di trasporre su pellicola il loro percorso comune.
Quello che è un bisogno naturale di tutti, per Enea è invece un problema insormontabile a causa della sua disabilità. In questo contesto, i suoi amici, Carlo ed Alex, sentono che il loro aiuto è per lui necessario. Per questi ultimi due si prospetta dunque un compito difficile, dato che sono costretti ad affrontare ciò che non conoscono e a rimettere sempre tutto in discussione, crescendo assieme ad Enea. Se all’inizio si può pensare al bisogno fisiologico, è in realtà la componente sentimentale ad essere preponderante: Enea infatti si rifiuta sempre di avere rapporti a pagamento con donne che non lo accompagneranno per il resto della vita. Fondamentale per queste considerazioni è stato l’aiuto di un centro di educazione sessuale per disabili in Germania, dove psicologi ed accompagnatori/trici qualificati/e cercano di far entrare persone affette da questo tipo di problema in contatto con la sfera sessuale, privilegiando la scoperta dei desideri individuali di contro a quelli che potrebbero essere bisogni proiettati su loro da altri.
La telecamera a spalla non è trattata come un mezzo, bensì è un ulteriore personaggio della storia che si integra al meglio con l’esigenza di Enea di avere qualcuno di stabile accanto. Il realismo viene privilegiato rispetto alle componenti poetiche, che però emergono lo stesso dalla quotidianità rappresentata. Anche se l’amicizia è il vero motore della storia, non ne viene mai volutamente spiegata l’origine, perché il regista vuole porla come dato di fatto, scontrandosi così contro l’idea di dover spiegare per forza cosa spinge qualcuno non imparentato con un ragazzo autistico a volerlo aiutare così tanto. Sono state inoltre tagliate le ore di riprese in cui gli amici di Enea programmano cosa fare con la sua terapista e i suoi famigliari, proprio per privilegiare il senso di indeterminatezza e di ricerca in itinere del documentario. La progettualità in questo film infatti va a piegarsi alle esigenze nate di volta in volta e al cambiamento di intenti e bisogni di Enea, dato che egli è non è rimasto mai lo stesso, ma è maturato costantemente durante tutto il periodo delle riprese.
In The Special Need i confini dell’ovvio vengono cancellati, la complessità viene fatta fluire spontaneamente fuori dalle cose e i ruoli di chi guida e di chi segue sfumano costantemente l’uno dentro l’altro.