Tigri in città è stato proiettato Domenica 3 Marzo presso la Casa Del Cinema, nell’ambito della rassegna dedicata ai Paesi del gruppo Visegrád. Il giovane regista Juraj Krasnohorský mette in scena una commedia fresca e vivace, un divertente sipario della Bratislava vissuta dalla generazione dei trentenni.
Tigri in città, di J. Krasnohorský, Slovacchia 2012, 90′
Sceneggiatura: Lucia Siposová, Juraj Krasnohorský
Fotografia: André Bonzel
Musica: Michal Novinski
Montaggio: Marek Kráľovský
Interpreti: Kristína Tóthová, Milan Ondrík, L’ubo Bukový, Ivica Sláviková
Produzione: Slovacchia, Artichoke, 2012
Siamo in Slovacchia. Tasso, Iena e Piccione si conoscono fin dall’infanzia e sono grandi amici, uomini ormai alla soglia dei trent’anni. Si fanno chiamare con i nomi di alcuni animali perché in qualche modo ricordano alcune delle loro caratteristiche fisiche o caratteriali.
Tasso è un giovane procuratore che non riesce a trovare la compagna giusta, il suo personaggio maschile è interpretato da una donna, a sottolinearne l’animo sensibile. Piccione è timido e ha il dubbio di essere omosessuale, Iena è il più rude dei tre e lavora in uno zoo. Pochi minuti e ci troviamo immersi in una vicenda intricata, dal sapore moderno: Tasso è innamorato di una speaker radiofonica che non ha mai visto, e dopo aver vinto un quiz al telefono ha finalmente la possibilità di incontrarla. Si chiama Monica ed è la moglie di Ivan, killer assoldato per uccidere Tasso da un criminale sotto processo. Iena ha una tresca tormentata con Janka, la sorella di Tasso, la quale cerca in ogni modo di sedurre Ivan, suo collega in palestra.
Si sviluppano le tipiche peripezie basate su equivoci e doppi sensi. Un pizzico di drammaticità arriva soltanto alla fine, quando Piccione capisce di amare Tasso e nel frattempo scopre che il suo amico è in pericolo e prova a salvarlo. Ma si torna subito al buonumore con un finale alternativo. Attraverso lo scorrere indietro delle immagini, il regista gioca la carta del fato, delle coincidenze cruciali che cambiano il destino.
Il film si chiude sull’ennesima citazione ironica: «Cosa abbiamo imparato da questa storia? Niente, come dalla vita».
Tigri in città è il primo, vivace lungometraggio del regista slovacco Juarj Krasnohorský . Lo stile ricorda molto quello utilizzato anche da Fausto Brizzi in Maschi contro femmine ed Ex: una trama di personaggi che non necessariamente si conoscono, ma che hanno in comune altri personaggi, e questo prima o poi li porterà ad incrociarsi. Il sapore complessivo dell’opera è autoironico e mostra uno spaccato divertente della Slovacchia under 35. Il regista ci presenta una Bratislava solare e serena, in contrasto con l’immagine banalmente tetra con cui spesso si rappresentano le metropoli dell’est europeo. Qui abbondano i colori chiari, gli elementi naturali e le case sono ben arredate. Probabilmente la pretesa del regista, coetaneo dei suoi personaggi, è quella di offrire un dipinto leggero del suo paese visto dagli occhi ancora speranzosi di tre giovani le cui aspettative appaiono tutto sommato molto simili alle nostre.