ULTIMO ALBUM DEGLI UFOMAMMUT
Gruppo: Ufomammut
Componenti:
Poia – Guitars and fx
Urlo – Bass, vocals and synths
Vita – Drummer
Ciccio – Soundlord
Lu – visuals
Album: Oro:Opus Primum
Etichetta: Supernatural Cat
Anno di pubblicazione: 2012
Info:
Ascolta:
Se ti piacciono gli Ufomammut ascolta anche i Lento
Sono passati due anni da Eve ed è giunto il momento di dedicarmi all’ascolto di Oro, l’ultimo lavoro degli Ufomammut. Il disco è diviso in due parti complementari, ma per ora possiamo ascoltare soltanto Opus Primum e pazientare fino a settembre prossimo.
Prima di premere play osservo la copertina dell’album e vengo rapita dai disegni alchemici che, come sempre, alimentano la mia curiosità. Poi il disco parte e i miei pensieri iniziano a viaggiare. Mi viene subito in mente la prima volta che ho assistito a una performance della band, un po’ di anni fa, al Circolo degli Artisti. Ricordo che quella sera portai con me un’amica che non aveva mai ascoltato questo genere; ricordo anche che lei affermò che il gruppo era forte, ma aveva bisogno di un cantante.
Non posso dire di essere stata d’accordo con questa sua idea, ma quella sera non obiettai perché non volevo perdere nemmeno un secondo dell’esibizione. Ripensandoci adesso posso esprimere la mia opinione a riguardo: la musica degli Ufommamut è perfetta così senza aggiunte. La psichedelìa non ha bisogno di molte spiegazioni perché le note stesse sono parole tanto efficaci quanto perfette.
È incredibile, inoltre, quanto sia diversa la sensazione dell’ascolto dal vivo rispetto a quella su disco. Forse l’energia della musica live è resa più intesa da tutta la gente che ti circonda, che è concentrata nell’ascolto, che si muove in modo meccanico facendoti fluttuare come una particella in assenza di gravità. Le voci sono indistinte e, a un certo punto, non sai più dove ti trovi.
Decido che per riuscire ad ottenere un effetto simile in casa, devo essere sola e la musica deve avere un volume abbastanza alto da entrare nello stomaco. Quindi, mentre proseguo col mio ascolto, mi concentro per mantenere l’atmosfera desiderata – quasi stessi partecipando a uno strano rituale – e spero che nessuno citofoni.
Riesco in tal modo a estraniarmi totalmente dalla realtà e ad annullare ogni senso ad eccezione dell’udito. L’orecchio diventa l’unico mezzo per esplorare i pianeti nascosti nei meandri delle galassie. È un’emozione che pochi generi musicali riescono a far scaturire in maniera così fluida e potente. Questo non accade soltanto per la presenza dei suoni psichedelici, ma anche grazie al doom rovente e al carattere stoner.
Come sempre gli Ufomammut riescono a guidarmi verso le zone più remote della mente e a farmi sentire parte integrante dello spazio selvaggio.