Un uomo, un sassofono e un lettino sul quale raccontare la crisi che arriva, puntuale, nonostante la tendenza a dire: è solo stress… è normale….. E invece no, adesso l’ho capito: adesso ho la crisi!.
Questa è l’immagine chiara e precisa che contraddistingue l’apertura dello spettacolo e il suo significato che vuole dare. Quel senso di non voler accettare, di non voler capire, di non voler sentire una moglie che ti consiglia di farti vedere, di andare da un analista.
Accompagnato dalla musica straordinaria di un sassofono, presente per tutta la durata della performance, un uomo racconta all’analista quello che gli accade. La sera mette a letto la bambina, dà un bacio alla moglie ed esce, cammina, scarica lo stress, nella notte solitaria che accoglie ogni tipo di pensiero, anche il più profondo, anche il più perverso.
Ma le camminate si fanno sempre più avventurose e rocambolesche, alla ricerca del senso della vita e l’impossibilità di sostenere il peso di giornate senza futuro e senza speranza lo portano a formulare un sogno omicida.
Il sassofono continua a suonare. Quando cambia il suono, cambia l’ambiente, lo stato d’animo dell’uomo e con esso, lentamente, la consapevolezza di se stesso e di essere in crisi. Alla ricerca di qualcosa che possa dargli soddisfazione e farlo uscire da quello stato di disfacimento, le camminate e i suoi dialoghi interiori continuano, in cerca di un senso da dare alla propria vita, a costo di uccidere. Ma quando finalmente la soluzione sembra essere vicina, si accorge che sarebbe operazione troppo complicata da portare a termine: uccidere un rappresentante della classe politica. Uno qualsiasi, non importa se di destra o di sinistra.
Ma lentamente e consapevolmente capisce che, per uscire dalla crisi, bisogna attuare dei cambiamenti dentro di sé, senza dare colpe agli altri. Allora uccidersi? Come?
A tratti malinconico, triste e realistico, a tratti certamente comico, forse questo dramma è solo il racconto di un uomo qualsiasi che possiamo incontrare per strada, la notte, a passeggiare su un marciapiede vuoto, avvolto da strani pensieri.
CRISI
Scritto e interpretato da Stefano Pesce
Musiche originali Simone Salza
Dal 6 all’8 marzo 2012
Teatro Cometa Off – Roma