Foto di copertina da www.spaziotorino.it/
Dave Douglas| tromba
Uri Caine| pianoforte
Dove | Auditorium, Sala Petrassi, Roma
Quando | 8 maggio
Difficile non conoscere Uri Caine, musicista esperto, pianista affermato, sperimentatore e compositore innovativo, che nella sua lunga carriera, iniziata più di 30 anni fa con l’esordio nella scena jazz newyorkese, ha inciso più di 20 dischi, tutti di notevole successo. Capace di fondere la musica classica con il jazz, Caine ha collaborato negli anni con artisti affermati nei più diversi settori musicali, approfondendo le possibilità espressive dell’hip hop, del soul, del klezmer, del funk, sempre caratterizzandoli con la stessa impronta incisiva e riconoscibile. Quello con Dave Douglas è uno dei sodalizi più fortunati della sua carriera, suggellato dall’incisione di tre album in trent’anni e che giunge all’intima formazione del duo solo recentemente. Douglas, d’altro canto, è uno dei trombettisti più famosi del panorama jazz internazionale, oltre che compositore e insegnante appassionato. E’ proprio dal calore della tromba di Douglas che parte questo appuntamento alla Sala Petrassi dell’Auditorium, salutata dal trombettista con un ironico «italiano da ristorante».
A mano a mano che il concerto prosegue, il pianoforte si inoltra in un ricco tessuto ritmico impreziosito da richiami folk e da nuovi spunti musicali, culminando in assoli che mettono in evidenza la qualità timbrica e il tocco di Caine, vero virtuoso dello strumento. La serata si arricchisce di omaggi alla tradizione americana, come Present Joy, una canzone vecchia di 300 anni («mi rendo conto che per voi sono ben pochi», ironizza Dave) che viene rivisitata in chiave jazz. Non mancano le canzoni originali del duo, come Old putt, di cui Douglas ricorda il momento compositivo: « Si tratta di una canzone ispirata al suono del treno, che sentivo di notte alla mia finestra », spiega, anticipando il fremito del soffio che attraversa lo strumento e che riproduce un distintivo suono frusciante.
L’appuntamento si conclude con tre bis, ma l’affetto del pubblico continua, chiedendo autografi e continuando il dialogo con i due musicisti anche al di fuori della scena.