Titolo originale “Fright Night”
Sceneggiatura e Regia Tom Holland
Fotografia Jan Kiesser
Camera Operator Craig Denault
Scenografia Harry Wynands
Costumi Bettylee Balsam
Montaggio Kent Beyda
Musiche Brad Fiedel
Effetti speciali Michael Lantieri, Darrell Pritchett, Clayton Pinney, Albert Lannutti
Trucco Ken Diaz
Cast Chris Sarandon, Roddy McDowell, William Ragsdale, Amanda Bearse, Stephen Geoffreys, Jonathan Stark, Dorothy Fielding, Art J. Evans, Stewart Stern
Produzione Herb Jaffe (Columbia Pictures, Usa)
Durata 102′
Charlie Brewster ha un nuovo vicino di casa. Jerry Dandrige, il vicino di casa, è però un vampiro, e quando Charlie lo scopre cerca di convincere le persone a lui più vicine del fatto che certe entità demoniache possano esistere. Prova prima con la polizia, poi ricorre all’aiuto del famigerato Ammazzavampiri Peter Vincent, protagonista di una sit-com televisiva dove presenta i suoi film di successo come protagonista, moderno Van Helsing, per cavarsi fuori dagli impicci.
Il vampiro metropolitano ha un fascino discreto e al momento giusto persuasivo. Charlie ha una fidanzata di nome Amy, di cui il vampiro ne conserva l’immagine in un quadro. Gli ricorda una donna importante del passato, con cui aveva condiviso parte della propria vita.
Ammazzavampiri è una horror-comedy con tutte le caratteristiche del film di culto adolescenziale. Il vampiro è un uomo affascinante e gira per casa e nelle strade con indosso un tweed, fischietta poco prima di entrare in casa del vicino con il permesso dell’accomodante signora (madre del ragazzo), mangia mele e aranci per tenersi in forma, ma in fin dei conti lui voleva solo essere lasciato in pace e fare sua Amy, la fidanzata di Charlie.
La rilettura in chiave cittadina da parte del regista Tom Holland è particolarmente riuscita sia nei momenti di brivido -con ottimi trucchi speciali- che in quelli di umorismo e di pathos drammatico. Ne esce fuori un bel pastiche di elementi eterogenei che si amalgamano a meraviglia con la narrazione che procede spedita fino al confronto finale che è la parte più gore. Sorprende la caratterizzazione dei personaggi, tutti attori ben scelti e diretti, su tutti l’ammazzavampiri Roddy McDowell, celebre attore teatrale.
Negli anni ’80 c’è stata una vera e propria ondata di film che rileggevano il mito del vampiro, con tanto di personali variazioni che prendevano la distanza dalla leggenda più foriera di seguiti come quella di Dracula.
I vampiri di città, a volte, possono anche uscire alla luce del sole, resistere alla croce se colui che la tiene non ci mette fede, celare i canini e trasformarsi in bestia nel momento del pericolo, nascondersi e viaggiare in camper perché afflitti dal sentimento di precarietà e dallo stato di emarginazione.
Jerry Dandrige non è un precario, ha una grande casa a più piani, un domestico, begli abiti, una macchina, e ovviamente tante donzelle al rapporto del sangue.