Truth, di James Vanderbilt, USA 2015, 121′
Prodotto: Bradley Fisher, William Sherak, Brett Ratner, Doug Mankoff, Andreq Spaulding, James Vanderbilt
Distribuito: Lucky Red @ Festa del cinema di Roma 2015
Il Film d’apertura della decima edizione della Festa del Cinema di Roma è Truth di James Vanderbilt, tratto dal romanzo Truth and Duty: The Press, the President, and the Privilege of Power della giornalista Mary Mapes.
Truth racconta la storia vera della famosa inchiesta condotta da Mary Mapes (Cate Blanchett) e Dan Rather (Robert Redford) per il programma 60 minutes di CBS news e legata ai trattamenti di favore che ebbe George W. Bush durante il periodo – 1968-1974 – in cui prestava servizio come pilota della Guardia Nazionale del Texas.
Cate Blanchett, come sempre coinvolta in ruoli di grosso prestigi che mettono sempre più in luce le sue doti interpretative, è Mary Mapes, una donna forte, legata alla sua deontologia professionale e al suo dovere d’informare. Mary è una donna messa a dura prova fin da bambina da un padre violento e ben abituata a non chiedere mai scusa nel momento della ragione. Quello interpretato da Cate Blanchett è uno di quei personaggi scomodi, troppo curiosi e dalla domanda facile: una vera giornalista d’assalto.
La sua battaglia è condotta a sostegno della verità. Consapevole di essere in un vero e proprio uragano che colpirà tutti i membri della sua squadra investigativa e alcuni dirigenti di CBS news, la giornalista non smetterà di lottare a testa alta.
James Vanderbilt, alla sua prima prova dietro la macchina da presa, mostra di avere una piena coscienza e conoscenza della storia. Durante la conferenza stampa Vanderbilt afferma di essere molto affascinato dal lavoro del giornalista, che considera dei veri e propri supereroi al servizio dell’informazione e dei cittadini. Il suo modo di approcciarsi alla storia è di tipo giornalistico: il regista si è infatti prima “innamorato” del punto di vista di Mary – narrato nel libro – e poi dei fatti in sé per sé. L’intero film, infatti, è caratterizzato da una molteplicità di visioni, raccolte da Vanderbilt stesso, che sono state filtrate in fase di scrittura e trasmesse allo spettatore attraverso il personaggio di Mary.
«Ho passato molto tempo con Mary e Dan. Molte persone mi hanno parlato, tuttora, in modo ufficioso. Ho lavorato come un giornalista su questo film. Nessun fatto è inventato. Ciò che vi sembra più assurdo e quanto di più vero ci sia».
Truth è un film molto pericoloso, un’opera biografica che rischia di trascinare dietro di sé un’inevitabile morale e una visione unica dei fatti. L’abilità di Vanderbilt, oltre all’interpretazione degli attori stessi, sta proprio nel non cadere mai in questa trappola e, soprattutto, nel non essere retorico. Truth scorre nella sua violenza di linguaggio e di accadimenti facendoci entrare nella storia e lasciandoci empatizzare sia con i personaggi sia con la vicenda, aprendo, al tempo stesso, una finestra sia sul mondo della politica sia su quello del giornalismo.
Truth si pone a cavallo tra due realtà di uno stesso mondo: il giornalismo moderno e il giornalismo contemporaneo, poiché mette in luce la nascita di un nuovo tipo di informazione, feroce, veloce e, in parte, approssimativa. Una vera rottura tra due mondi che agiscono in maniere diverse e in cui l’onestà e la proprietà intellettuale dei “vecchi” giornalisti viene messa in discussione dai nuovi strumenti di comunicazione, come blog e social. L’era d’internet diventa lo stesso tallone d’Achille del servizio di Mary Mapes, riconosciuto per la sua grandiosità quando ormai tutte le pedine messe in gioco sono cadute.
James Vanderbilt, come lui stesso afferma, non vuole rappresentare dei colpevoli o dei responsabili, e nemmeno degli sconfitti. Gli esseri umani sono i protagonisti del suo “film inchiesta”, assieme ai loro limiti e alle loro imperfezioni.
«Tutti tentano di cerca e trovare la verità e, questa, è una cosa importante».
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