A primo impatto, Piet Mondrian (1872-1944) viene identificato soltanto come l’autore di opere astratte e razionali. Niente di più sbagliato. Percorrere l’intera opera artistica dell’olandese significa, infatti, immergersi in una molteplicità di stili stupefacente, di cui la mostra al Complesso del Vittoriano ne è lungimirante esempio. Mondrian attraversa il realismo, il simbolismo, il luminismo, il cubismo per giungere, infine, mediante l’eliminazione/evoluzione progressiva della struttura formale, al neoplasticismo.
La pennellata sciolta rappresenta, nella fase realista, la figurazione del quotidiano. Le tonalità grigie, i colori scuri, il rifiuto dei contrasti forti, mettono in scena la natura e alcune semplicissime scene di vita, come la stenditura dei panni. In una sorta di climax ascendente, passiamo a un momento simbolista in cui Mondrian è influenzato anche dalla teosofia. Le figure s’innalzano dalla faticosa condizione materiale per assaporare quella spirituale (Devotie, 1908). Nel frattempo, il movimento della mano diviene più fluido e il rumore del pennello sulla tela tende quasi a scomparire.
La ricerca di un’arte universale porta Mondrian verso il luminismo di J. Toorop di cui assume in Contadino nello Zeeland (1909) i tocchi brevi e marcati in cui il tutto prevale sulla parte. Rosa, blu, viola e verde, i colori si fanno vivi, mentre gli accostamenti sofisticati ci permettono di penetrare completamente nella tela. Siamo in Paesaggio con dune (1911), ci troviamo assorbiti all’interno di un ambiente lunare con cielo terrestre; il deserto è costituito da ombre che ci consentono di nascondere il nostro sguardo, fatto corpo sabbioso, alla vista altrui. La tecnica pittorica è veloce e mostra una fortissima mobilità di contro alla stasi dello spazio paesaggistico.
L’ultimo passo verso la completa astrazione è il cubismo. La forza di scomposizione analitica elimina la profondità ponendo l’accento sulla capacità di frammentazione che i nostri infiniti e differenziati sguardi hanno nei confronti dell’oggetto. Mentre i primi piani e gli sfondi s’intarsiano geometricamente tramite un processo di scomposizione/ricomposizione, la tridimensionalità viene ricostituita dal nostro occhio grazie all’escamotage dell’abolizione del volume. Gli alberi, da sfondo, come avveniva nei primi anni realisti, divengono soggetti della “dis-ordinata” rappresentazione cubista (Composizione Alberi 2, 1912-1913).
Mondrian conosce Theo Van Doesburg e insieme fondano De Stijl (1917). Giungiamo al neoplasticismo, ovvero alla manifestazione di un nuovo e rivoluzionario equilibrio estetico fatto di essenzialità e rigore nelle linee e nei colori. Niente linee curve o oblique, niente colori secondari. In Composizione con grande piano rosso, giallo, nero, grigio e blu (1921), la razionalizzazione dello spazio rappresentazionale scandisce il tempo della nostra visione nella contemporaneità monocromatica dei colori primari. Blu, giallo e rosso attraversano la tonalità etica dell’armonico. I colori neutri, bianco e nero, funzionano da divisori e, nello stesso istante, sono quell’interzona mediante la quale i colori primari si rapportano tra di essi. Il nostro occhio viene guidato dai colori implicando una a prioristica mancanza d’attenzione nei confronti del quadro inteso come oggetto di presentazione figurativa. L’arte di Mondrian si adegua al futuro facendo emergere, nella tela, uno spazio relazionale che coinvolge l’ambiente circostante: architettura, pittura, design implicano il tentativo anelante di condurci verso una plastica, razionale e armonica Gesamtkunstwerk, non gerarchizzata e di fallace wagneriana memoria. Nella fase neoplasticista, le squadrate divisioni si mimetizzano per far spazio a un sublime afflato tendente a un’armonia globale e geometricamente perfetta. Mondrian mette in opera l’incesto tra realtà e astrazione.
MONDRIAN. L’ARMONIA PERFETTA
Complesso del Vittoriano, 8 ottobre 2011 – 29 gennaio 2012,
a cura di B. Tempel, direttore Gemeentemuseum, L’Aia, Paesi Bassi,
http://www.mondrianlarmoniaperfetta.it/
foto 1 Piet Mondrian, Composizione con grande piano rosso, giallo, nero, grigio e blu, 1921, olio su tela, 59,5 x 59,5 cm, Collezione Gemeentemuseum, L’Aia, Paesi Bassi.
foto 2 Piet Mondrian, Paesaggio con dune, 1911, olio su tela, 141 x 239 cm, Collezione Gemeentemuseum, L’Aia, Paesi Bassi.
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