Willie Peyote| Sindrome di Toret
Album: Sindrome di Toret
Band: Willie Peyote
Etichetta/distribuzione: 451/Artist First
Anno: 2017
Willie Peyote è la voce buona che vorremmo avere in molti
Questo ragazzo torinese, già al quarto album, mi riporta al lontano 1994, quando ascoltavo quel bellissimo Lorenzo1994, di Jovanotti, disco che ho letteralmente consumato per quanto bello; come del resto ho fatto poi con La morte dei miracoli di Frankie hi-nrg mc, anche questo degli anni novanta, precisamente 1997.
È un disco emozionante,
che racconta e descrive la situazione sociale attuale, limitata nell’espressione, più che altro perché volutamente contenuta nella realtà virtuale, che non dà più modo di essere davvero sé stessi. È un concept album bello e buono.
Willie Peyote è un cantautore
e molti dei rapper italiani del momento avrebbero tanto da imparare. Ci vuole sentimento e argomenti per fare musica.
Oltre alle parole
ciò che meraviglia di questo disco è la musica, suonata, non campionata, fatta di funk e rock, pop e blues, di batteria, basso, chitarra, fiati, e tutto il resto della banda. Come si faceva una volta, come quando si voleva comunicare qualcosa e allora chi suonava e chi scriveva, chi cantava e chi ascoltava.
Disco socialmente utile
che si dovrebbe ascoltare nei dopo scuola della nuova musica italiana. Prima o poi l’avremo vinta.
«Progresso ma non evoluzione, sai come si chiama, estinzione», da C’hai ragione tu, traccia 4.
PS: si consiglia vivamente l’ascolto di Educazione Sabauda .