Irrational Man, di Woody Allen, USA, 2015, 1h35′ Produzione Perdido Distribuzione Warner Bros. Entertainement Italia @ al cinema dal 16 dicembre al cinema
Woody Allen ritorna dietro la macchina da presa con Irrational Man, la storia di un affascinante professore di filosofia, celebre per le sue prese di posizione radicali appartenenti oramai a un passato lontano. Abe Lucas (Joaquin Phoenix) attraversa una fase di sfiducia totale: il suo problema fondamentale è non riuscire a trovare un senso alla propria esistenza. Per questo beve, non trova più gioia in nessuna attività, non riesce più a fare sesso, dice liberamente ai suoi studenti che, in realtà, la filosofia morale non è altro che un sacco di masturbazioni mentali fini a se stesse e scollate dalla realtà tangibile. Lui stesso, che tanto si è affaticato in ragionamenti tortuosi, che ha scritto saggi in modo così sentito e viscerale, alla fine si ritrova appeso alla sua fiaschetta di whisky di malto singolo.
Appena arrivato al Braylin College, Abe diventa l’amante di una collega del dipartimento di chimica, Rita Richards (Parker Posey); allo stesso tempo, si avvicina a una studentessa, Jill Pollard (Emma Stone), la quale realizza presto conto che il suo interesse nei confronti di Abe non è solo amicizia. Fra questi due fuochi, Abe si barcamena cercando di trovare un motivo valido per continuare a vivere. L’occasione gli si presenta mentre è ad una tavola calda con Jill: l’amica lo invita ad ascoltare il dialogo che si sta svolgendo alle loro spalle, in cui una donna dice di essere disperata per colpa di un giudice corrotto. Aiutare questa sconosciuta ad uscire dalla condizione di profonda ingiustizia in cui il destino sembra averla gettata diventa il grilletto che potrebbe rimettere in moto l’esistenza di Abe.
Irrational Man inizia confermando un po’ la perdita di genialità dell’ultima produzione di Allen rispetto a quella di trent’anni fa. Effettivamente l’ultimo lungometraggio per i primi 40 minuti conserva il tono del Woody Allen degli anni 2000 (Scoop, Basta che funzioni, Anything Else, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni), che non è certo il migliore: la recitazione è fiacca, gli attori non sono affatto aiutati dai dialoghi, insomma sembra che si tratti di una storiella come tante, con nulla di speciale. Tuttavia, dal momento in cui Abe e Jill ascoltano la conversazione nel locale, le cose cambiano totalmente. Joaquin Phoenix, anche se non è al massimo, riesce a dare un buon resoconto dell’euforia che coinvolge il suo personaggio, il quale fino a poco prima si sentiva un fallimento totale: è come se in Phoenix ci fosse un turbinio di sensazioni positive ma nevrotiche assolutamente appropriate all’esuberanza improvvisa di Abe. Emma Stone è autrice di una buona prova, è brava nel passare dalla quasi-idolatria per una persona complessa come Abe alla ragionevolezza di una persona giovane ma sicuramente più sana di mente del suo professore.
A chi dice che questo film è solamente una ripetizione di alcuni motivi già lungamente ascoltati in Woody Allen, si può rispondere che sì, effettivamente nel film non c’è nulla di nuovo. Di cosa può parlarci Allen se non di se stesso? È vero che Abe Lucas è l’ennesima messinscena della personalità del regista, ma ciò non è una trovata poiu così drammatica, perché viene risolta con brio nella seconda parte del film. Se poi si vuole argomentare che le idee Allen farebbe meglio a strutturarle in più tempo – invece di sfornare film a raffica, oramai uno ogni anno – allora questa è un’altra questione, ben più generale. Insomma, l’idea su cui si basa il turning point di Irrational Man è geniale e anche sviluppata adeguatamente: dopo la prima parte, ci si riesce a calare bene in quello che scatta nella mente del protagonista, grazie soprattutto alle voci narranti di Abe e Jill. Sarebbe bastato poco a fare di Irrational Man un prodotto scontato, tuttavia basta dargli un po’ di fiducia per non uscirne delusi.