Artista: Wu Rui
Titolo: Moneytecture
Luogo: Teatro Valle, Via del Teatro Valle 21
27 – 30 maggio
Classe 1991, diplomato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, il giovanissimo artista cinese Wu Rui perfeziona il suo percorso di studi dedicandosi alla fotografia. Vincitore lo scorso marzo del terzo premio del contest internazionale Milano città mondo, tenutosi alla Fabbrica del Vapore – con un’opera della serie Moneytecture intitolata Gothic Impression –, Wu Rui è stato in mostra al Teatro Valle in occasione dell’All In Festival, evento promotore di talenti under25 che attraverso teatro, danza, musica e arti visive hanno invaso con le proprie creazioni gli spazi del Teatro India, Teatro Valle, Teatro Argot Studio, Teatro dell’Orologio, di Palazzo Braschi e del Museo di Roma in Trastevere. Nel foyer del Valle Wu Rui ha sviluppato, in maniera inaspettata e nuova, la ricerca già insita in Moneytecture – derivazione dell’unione delle due parole inglesi money e architecture. E proprio il concetto di spazialità, immersione e, perché no, anche illusione, sono gli elementi chiave di questo progetto. L’artista ha fotografato banconote da 10 euro, le ha stampate, ritagliate e sistemate come fossero delle piccole installazioni architettoniche, per poi rifotografarle di nuovo.
«L’idea nasce dalla differenza che c’è tra le banconote cinesi e quelle europee. Da noi tutti i tagli hanno raffigurato il volto di Mao, quindi già dalla prima volta che ho visto gli euro sono stato sorpreso dal trovarci raffigurata dell’architettura». E proprio l’immagine tipica dei 10 euro, quella dell’arco romanico – fotografato, stampato, riallestito tridimensionalmente e rifotografato con la tecnica del selected focus – è quella che troviamo nei sei poster posizionati su di una parete del foyer e nelle cartoline, dislocate su un tavolo, da poter riportare a casa a mo’ di souvenir. Esattamente come spesso accade per i biglietti di uno spettacolo teatrale che conserviamo come resti mnemonici per aiutarci a mantenere viva nel tempo la sensazione provata, Rui focalizza l’attenzione sulla sensazione artistica più che sull’oggetto in sé – qui finemente allusivo delle locandine teatrali – andando così a rafforzare quel sottile legame tra la sua opera e lo spazio teatrale che la ospita, accogliendola e inglobandola fluidamente. Il visitatore compartecipa all’esperienza artistica attraverso uno sguardo diverso, ambiguo e spiazzante, sulle opere in libero dialogo con la spazialità del foyer. I livelli interpretativi e di lettura dell’opera divengono così molteplici: i soldi perdono il loro valore convenzionale per assurgere al ruolo di oggetto artistico decontestualizzato e rinnovato attraverso il mezzo fotografico. «Dal punto di vista estetico è stata una ricerca circa la rappresentazione dello spazio, mentre dal punto di vista concettuale-artistico il lavoro intendeva trovare un’interpretazione diversa del valore. Il concetto di denaro è appena accennato, per lasciare poi spazio ad un’altra possibilità». La banconota da 10 euro può divenire così anche spazio architettonico, passare dalla bidimensionalità alla tridimensionalità, e la fotografia l’ultimo step di un’azione che è costruzione fisica e metaforica, emozionale, dunque, artistica. Tutto sta nella possibilità: «Trasformare un piccolo spazio che uno porta con sé [la banconota], in un qualcosa di grande in cui stare dentro [un’architettura]».