RIFFS, prima personale dell’artista marocchina Yto Barrada in Italia, sarà in esposizione dal 20 settembre all’11 Novembre 2012 presso la Sala bianca del MACRO. Il titolo della mostra richiama le catene montuose del Rif in Marocco e il vecchio cinema Le Rif, attualmente sede della prima Cinémathèque di Tanger, fondata dall’artista. La sua arte è una rivoluzione contro la perdita di informazione, combattuta con gli strumenti della cultura.
RIFFS
a cura di Friedhelm Hutte e Marie Muracciole con la collaborazione tra MACRO e Deutsche Bank
MACRO, Via Nizza 138
fino al 28 ottobre 2012
in foto Tectonic Plate, 2012
http://www.museomacro.org/it/yto-barrada-riffs-deutsche-banks-artist-year-2011
È una piattaforma in movimento, sono blocchi di legno colorati che richiamano i giochi del passato, mattoni, scatoloni vuoti da riempire: questa è l’arte di Yto, che afferma «As an artist, I project what i’m going to build», perchè la costruzione è in primo luogo esigenza di riscatto.
Al centro di un’indagine storica e culturale Tangeri, città natia dell’artista, esplorata e rivissuta da più punti di vista attraverso la fotografia e il documentario. In una serie di manifesti legati alla storia di Tangeri, cogliamo un’invettiva satirica rivolta alla staticità: se la crescita dell’albero secolare della cultura è lenta, non c’è tempo da perdere: «plant it this afternoon!»
Uno sguardo, quello di Yto, che si estende anche agli oggetti comuni: una sedia, una palma, un giardino, un salotto. E’ nel cristallizzare il normale fluire quotidiano del tempo che si immortala un uomo, che vive per lo più inconsapevole delle proprie potenzialità espressive e si abbandona a un ciclo vitale, privo di aspettative. In questo scenario l’arte è trasmissione: sono immagini che vogliono aprire un dibattito, iniziare una ricerca in chi le guarda, attualizzare la storia, riattivare il pensiero. Un’arte riabilitata, attiva, politica nel senso filosofico del termine.
Le fotografie presentano una composizione pulita che documenta una realtà così come la si vede; nella fotografia Le salon, ad esempio, dei bambini vengono catturati in un momento di noia mentre giocano con delle palline e guardano l’obiettivo tristemente. Il gioco si pone qui come motore arcaico e primigenio di stimoli, collante essenziale della costruzione: ciò che è prodotto dall’uomo torna infine verso di lui, per instillare, proprio come nel gioco, un senso di appagamento e protagonismo nella società.
Come sottolinea l’artista, importante infatti, non è solo la relazione con la storia e con la memoria, ma anche con la geografia, che ci apre alla scelta e sempre più ci fa apprendere quanto un sistema culturale sia variabile e sia possibile ottenere una sempre migliore civilizzazione nel confronto tra diverse realtà sociali. E’ quindi fondamentale lottare per la cultura, affinché nessuno pensi che la realtà debba rimanere così com’è, e si riscopra la necessità di un’essenziale etica dell’individuo.
Yto Barrada (Parigi, 1971) cresce a Tangeri in Marocco. Studia storia e scienze politiche alla Sorbona di Parigi e, successivamente, fotografia all’ International Centre of Photography (New York). Vincitrice del premio Deutsche Bank’ s Artist of the year 2011, si inserisce tra i giovani artisti contemporanei riconosciuti a livello internazionale