Denis Villeneuve | Sicario

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SicarioITITSicario, di Denis Villeneuve, USA 2015, 121′

Produzione Black Label Media, Thunder Road Pictures

Distribuzione 01 Distribution

@ Al cinema dal 24 Settembre 2015

Kate Marcer (Emily Blunt) è seduta su una jeep insieme al taciturno Alejandro (Benicio del Toro). Di fianco a loro i veicoli della polizia locale scortano il convoglio per le strade messicane. La missione, capitanata da Matt (Josh Brolin) e supportata da un gruppo speciale della Delta Force, è di passare il confine e recuperare un soggetto caldo. La fotografia è algida, glaciale. Non c’è nessuna musica che accompagna la lunghissima scena, solo il rumore frastornante dei veicoli lanciati a tutta velocità per le strade. In primo piano c’è la precarietà dei protagonisti, sballottati dalle strade dissestate e impegnati alla ricerca di un minimo segnale di pericolo. Ogni singolo istante sembra essere l’ultimo prima della fine del mondo.

Basterebbe questa magnifica sequenza per dimostrare perché Denis Villeneuve è uno dei registi più interessanti del cinema contemporaneo. Partendo, come in Prisoners, da una sceneggiatura solida e senza troppi fronzoli il regista torna a dipingere l’ambigua moralità dei protagonisti, disposti a tutto pur di raggiungere il loro obiettivo, qualunque esso sia. La violenta frontiera messicana offre un terreno fertile a Villeneuve, che sceglie di valorizzare le singole sequenze lavorando sulle suggestioni, piuttosto che scavare approfonditamente il senso degli eventi. Il primo piano titubante di Kate quando accetta di unirsi alla task-force di Matt segna l’avvento di una tragedia annunciata, messa in moto da forze più grandi che stritolano la sua libertà d’azione. Travolta da eventi su cui non ha mai realmente il controllo, quello di Kate è l’unico sguardo morale contro quello indifferente dei cittadini per i quali i cadaveri della strada sono ormai parte integrante della vita quotidiana.

Sicario si presenta come un thriller che costruisce un opprimente senso di angoscia come nemmeno i migliori horror sanno fare. La sceneggiatura non basta a Villeneuve per raccontare la sua storia. Dal violento incipit all’amaro finale, il regista ribalta il dogma Hollywoodiano. Non sono le storie a essere raccontate per immagini, ma sono le immagini che raccontano le storie. L’analisi etica di Prisoners incontra le claustrofobiche atmosfere di Enemy. Il risultato è un film a cui sta stretta la definizione di genere e che sgomita tutto il tempo per uscire fuori dai binari su cui lo si vorrebbe incastrato. Un blockbuster atipico che mira alla testa colpendo alle viscere. L’ennesima prova autoriale di un regista che è pronto a compiere il grande salto affrontando una sfida insostenibile: quella di caricarsi sulle spalle il peso mastodontico del seguito di Blade Runner.

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Webmaster - Redattore Cinema

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