Teatri di Vetro 10 | Leviedelfool | Antipodi # Heretico

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un progetto a cura di Leviedelfool

con Claudia Marsicano, Daniele Turconi e Simone Perinelli e con Ilaria Drago, Quotidina.com, Chiara Lucisano e Andrea Cosentino

organizzazione Isabella Rotolo

produzione Leviedelfool, triangolo scaleno teatro/teatri di vetro

 

1 ottobre 2016, Centrale Preneste, Roma

 

Teatri di Vetro, festival di arti contemporanee che ha di recente spento la sua decima candelina, partecipa alla produzione di alcuni dei lavori presentati in questa edizione 2016, tra cui Antipodi # Heretico firmato Leviedelfool, compagnia teatrale formatasi nel 2010.

Un tema comune, quello della fede cattolica, snocciolato in una serie di performance presentate dagli artisti coinvolti nel progetto, che prende pertanto la forma di uno studio. Ciascuno con la sua arte ha esplorato la propria visione riguardo questa componente del substrato culturale, così fortemente radicata ma non necessariamente condivisa come morale.

La struttura dello spettacolo è pertanto suddivisa tra gli interventi degli artisti che hanno come unico filo conduttore quello tematico. Ciascuna performance gode di punti di forza – il testo piuttosto che l’immagine che si crea o le abilità – e tutte condividono una posizione chiara piuttosto negativa del contesto moralistico cattolico, presentato come meschino e ipocrita, capace di insinuarsi nel procedere della vita impedendo ed inibendo fisicamente desideri e sogni, spesso sbeffeggiato e dissacrato fino allo scoppio delle risa, vuoto nella pomposità dei suoi dogmi e troppo spesso legato alla rappresentazione mistica e magnetica delle sue figure. Così troviamo una Maddalena che, con una melliflua invettiva, racconta come la donna debba vergognarsi di ciò che è e di come il mondo abbia preferito seguire come esempio il sacrificio di Cristo invece che il suo amore; una giovane che mostra le sue mani giunte, divenute un impedimento al suo movimento libero e creativo; uno scienziato nell’atto di dimostrare l’esistenza di Dio; un giovane che cerca sicurezza nelle parole della Bibbia ma che resta allibito dalla quantità di violenza che Dio riserba all’umanità a mo’ di insegnamento. Sono piccoli pezzi colorati che compongono una grande vetrata che ha come soggetto una Madonna dalle fattezze morbide ed abbondanti, capace di nascondere fra i drappi delle vesti azzurrine le ombre e i segreti, i misteri di una cultura millenaria.

Lo spettacolo risulta disomogeneo e slegato, soprattutto per i testi di cui si percepiscono le diverse mani impegnate nella stesura e per la mancanza di una regia globale che possa legare fra loro i diversi interventi, e, forse, avrebbe reso maggiormente se non fosse stato relegato al canonico palcoscenico, che per la cornice visiva che lo caratterizza impone organicità nello sviluppo di una piéce. L’analisi fatta sul tema è in alcuni momenti profonda e convincente, moderna, con guizzi che lasciano il fiato sospeso per poeticità e bellezza, ma scade in altri in banalità, laddove si va a prendere una materia così complessa di simbologie non prettamente cattoliche ma legate alla ritualità dell’essere umano. Appare evidente la forma non ancora definita del lavoro, che possiede al suo interno delle forti potenzialità. Ottimo il lavoro degli artisti, coinvolgenti gli ambienti sonori, delle vere e proprie atmosfere melodiche.

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Autore

Ludovica Avetrani

attrice, danzatrice, curiosa. caporedattrice delle sezioni di teatro e danza. odia le maiuscole.

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